Presentazioni e numeri, in questa serie abbiamo visto cosa conta, quali numeri contare e come farlo. A questo punto abbiamo un insieme di dati che è significativo per il messaggio che vogliamo trasmettere. Il passaggio successivo è decidere se presentare l’informazione come numeri o come grafico.
Assistendo a presentazioni capiterà di incontrare entrambi: sia numeri (liberi, in un testo o in forma di tabella) sia grafici.In tutti i casi una rappresentazione può essere sostituita dall’altra anche se in qualche caso limite diventa difficile o poco sensato. Ad esempio un singolo numero può essere tracciato graficamente come un singolo punto a determinate coordinate ma francamente è bizzarro. Nel maggior parte dei casi abbiamo la scelta, quale opzione è più indicata?
Numeri o grafici?
Ogni possibilità offre vantaggi e svantaggi, o meglio ha delle caratteristiche peculiari che la rendono più o meno consigliabile a seconda del caso. Sulla base di queste considerazioni andrebbe fatta la scelta evitando invece di procedere automaticamente basandosi su consuetudini (con una eccezione su cui torneremo) o semplicemente riportando i dati nella forma in cui li abbiamo ricevuti. Vediamo quindi pro e contro delle due rappresentazioni.
Grafici
Il grande lato positivo dei grafici è, lo dice la parola stessa, nell’aspetto grafico, ovvero nella descrizione visiva dei dati e della relazione o rapporto fra di essi. In seguito parleremo dei vari tipi, ognuno dei quali può essere più o meno adatto ad un determinato contest. Al momento possiamo generalizzare considerando le varie forme (linee, torte, colonne, multi-punto, ecc….) nell’insieme.
Se dobbiamo mostrare una tendenza, un andamento nel tempo l’aspetto visivo dei diagrammi (spesso sinonimo di grafici) rende l’informazione molto più immediata. Ad esempio torniamo ad usare l’andamento del TDG in Italia.
2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | |
TDG in Italia | 21,3 | 25,4 | 27,8 | 29,1 | 35,3 | 40,1 |
La crescita costante percentuale è più velocemente percepibile grazie ad un grafico come questo:
Non solo, è visibile anche il cambiamento di pendenza e quindi la velocità di crescita. Le stesse informazioni sono presenti anche nella tabella sopra, ma è assai meno immediato estrapolarle.
Stesso discorso quando vogliamo mostrare un parte dell’insieme dove le torte forniscono un colpo d’occhio molto più efficace dei numeri. Anche in questo caso vediamo un esempio, prendiamo la produzione di riso nel mondo ed i valori dei primi 10 paesi:
È abbastanza immediato vedere le nazioni ed il loro ordine, meno comprendere quanto ognuna di essa pesa sulla produzione mondiale. La stessa informazione in un diagramma a torta è molto più visibile:
Si vede subito che Cina ed India insieme fanno quasi metà della produzione mondiale, ed i primi 6 paesi oltre 3/4 di essa.
I contesti nei quali conviene usare i grafici sono molteplici ed è impossibile mostrare tutti gli esempi, vorrei però terminare con un altro caso: comparare due o più serie di dati. Ritorniamo ancora al TDG e questa volta proviamo a vedere non solo l’Italia ma anche gli altri paesi e raffrontare gli andamenti:
2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | |
Francia | 23,1 | 24,6 | 22,8 | 22,9 | 26,3 | 23,7 |
Germania | 12,8 | 10,4 | 9,0 | 8,2 | 7,9 | 7,9 |
Italia | 21,3 | 25,4 | 27,8 | 29,1 | 35,3 | 40,1 |
Regno Unito | 19,7 | 19,5 | 20,3 | 22,3 | 21,2 | 19,9 |
Uno sguardo alla tabella ci mostra sicuramente in quali paesi il TDG cresce, e quanto è “alto” per ogni singola nazione. Il colpo d’occhio del seguente grafico è però molto più immediato:
Numeri
Si potrebbe pensare che grazie all’immediatezza visiva l’uso dei diagrammi sia sempre preferibile, in realtà non è sempre vero. I numeri, specie quelli tondi, possono avere un impatto emotivo assai maggiore.
Ad esempio potremmo mostrare un grafico con l’andamento delle emissioni di CO2 nel mondo, mostrandone l’aumento continuo. Se l’intenzione fosse quella di dare uno shock al pubblico potremmo invece visualizzare il dato a questo modo:
Il numero (una stima a metà settembre 2014) è sufficientemente grande dal colpire l’audience specie se lo speaker è in grado di aiutare il pubblico nel percorso di visualizzazione. Tipiche in questo caso sono le analogie: “come andare da qua alla luna n volte”, “capiente come 1500 stadi Olimpici”, “se x è grande come una cattedrale allora y è una mosca”.
Un’altra tecnica utilizzata per dare enfasi a numeri ad alto impatto emotivo è quella di non mostrarli subito ma anticiparli con una domanda: “Secondo voi solo quest’anno, ad oggi, quante tonnellate di anidride carbonica abbiamo già emesso? Un milione? Un miliardo?”. Lasciate al pubblico il tempo di provare ad immaginare un numero e poi stupiteli con il dato reale!
999,99 va bene per il supermercato, 1.000 ha il vantaggio di colpire ed essere facilmente mnemonico:
Ancora, i numeri sono preferibili quando indicano una barriera psicologica: il debito pubblico italiano ha sfondato i duemila miliardi di euro (purtroppo da un po’ ormai). Nel 2011 si stimava la popolazione avesse sorpassato i 7 miliardi di persone, …ecc.
Casi particolari
Ci sono comunque contesti in cui il margine di scelta è limitato o il contesto può influenzare la decisione se optare per i numeri od un grafico. Un caso è l’aspettativa della platea: in uno scenario dove il pubblico è abituato a vedere un certo dato rappresentato in un modo, mostrarlo diversamente può essere controproducente (oppure un elemento di rottura ma in ogni caso deve essere una scelta consapevole e ben ponderata). Se è consuetudine presentare dei numeri, portare un grafico potrebbe spiazzare il pubblico, diminuire la vostra credibilità o semplicemente confondere l’audience che anziché prestare attenzione al messaggio potrebbe chiedersi perché non compaiono i dati o quali essi siano.
Attenzione però anche al contrario. Supponiamo che vi troviate in una situazione in cui si presentano i numeri ma ritenete che un grafico sarebbe molto più di aiuto a comunicare il vostro messaggio. Una possibilità è quella di stampare i numeri e distribuirli alla platea, lasciando loro un tempo minimo per vederli, almeno in linea generale, e proiettare sullo schermo un diagramma che metta in risalto ciò che vi interessa sottolineare. In questo modo soddisfate la voglia di numeri del pubblico, o l’usanza di essi, ed al contempo comunicate nel modo più efficace. Chiaramente si può fare anche il contrario, consegnare un grafico e sullo schermo presentare alcuni dati selezionati.
In conclusione
Numeri e grafici hanno ognuno i loro pro e contro, o meglio, possono essere più o meno indicati a seconda del messaggio, della platea e del contesto. In funzione delle situazione e, soprattutto dell’obiettivo che ci siamo dati, sceglieremo la rappresentazione più efficace in termini di comunicazione.
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