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Le grandi presentazioni hanno già negli anni scorsi contribuito a diffondere efficacemente e velocemente le idee. Basti pensare ad «Una verità sconveniente» di Al Gore il cui messaggio è stato drasticamente amplificato prima dalla presentazione e poi dal documentario.

In ambito commerciale la presentazione lancio dell’iPhone ebbe una risonanza forse maggiore del prodotto stesso all’inizio.

Nel 2012 penso che il fenomeno non sarà da meno, anzi alcuni fattori dovrebbero contribuire ad accentuarlo.

Una presentazione è tanto grande tanto quanto riesce a coinvolgere, soprattutto emotivamente, il pubblico. La presenza fisica, ovvero il fatto che avvenga di persona, è sicuramente importante. Chi fu presente al discorso di Martin Luther King («I have a dream») ebbe un impatto emotivo impareggiabile. Ma anche oggi rivedere il video colpisce a fondo e stimola all’azione. Inoltre grazie a tutti i social media adesso oltre alla partecipazione viene naturale la condivisione di ciò che piace, appassiona e giudichiamo di interesse per il nostro nucleo di contatti.

Le grandi presentazioni, ma anche quelle pessime (Luciani docet), oggi possono rompere quindi il «rumore di fondo» della sovra-comunicazione ed essere dei volani notevoli per diffondere le idee.

Un motivo in più per provare a non allinearsi alla classica morte da Power Point canonica per la stragrande maggioranza degli oratori e delle presentazioni. Se credete davvero in quello che dite perché volete negargli la possibilità di prendere il volo per il solo motivo di non osare una grande presentazione?

5 x 2012: capitoli precedenti
1 – Crowdsourcing
2 – Social Media 
3 – Video