Spiegare efficacemente teorie complesse non è sempre facile, specie se il pubblico non è familiare con i concetti. Impara come farlo con questo esempio di #ImparaDalTED grazie a Laurie Santos.

La disciplina è behavioral economics, una branchia dell’economia relativamente nuova ed il messaggio principale che viene trasmesso non è particolarmente lusinghiero per il pubblico: “Non siete poi così intelligenti come pensate”. Guarda come lo presenta Laurie.

Apertura

Analizziamo subito l’apertura che è particolarmente ben costruita. In questa fase ci sono due cose importanti da fare: catturare l’attenzione dell’audience e introdurre il tema principale così che sia più facile poi seguire l’esposizione.

I want to start my talk today with two observations about the human species. The first observation is something that you might think is quite obvious, and that’s that our species, Homo sapiens, is actually really, really smart — like, ridiculously smart — like you’re all doing things that no other species on the planet does right now. And this is, of course, not the first time you’ve probably recognized this. Of course, in addition to being smart, we’re also an extremely vain species. So we like pointing out the fact that we’re smart.

Voglio iniziare il mio intervento con due osservazioni sulla specie umana. La prima è una considerazione che potreste ritenere ovvia, ed è che la nostra specie, Homo Sapiens, è molto intelligente, assurdamente intelligente: tutti voi fate cose che nessun’altra specie sul pianeta fa. E questa non è certamente la prima volta che lo notate: oltre ad essere intelligente, infatti, la nostra è una specie estremamente presuntuosa.

Santos parla di due osservazioni, e questo già aiuta ad avere attenzione. Come pubblico ci chiediamo “quali sono le due?” e ascoltata la prima vogliamo conoscere la seconda. Non è un caso che nel mondo on-line si usino molto spesso titoli con i numeri “Le 5 cose che devi sapere…”, fanno leva proprio su questa nostra curiosità.

Poco dopo arriva il punto centrale.

But of course, there’s a second observation about the human species that I want to focus on a little bit more, and that’s the fact that even though we’re actually really smart, sometimes uniquely smart, we can also be incredibly, incredibly dumb when it comes to some aspects of our decision making.

Ma c’è una seconda considerazione sulla specie umana su cui voglio soffermarmi un po’ di più, ed è il fatto che anche se siamo davvero intelligenti, a volte insuperabilmente intelligenti, possiamo anche rivelarci incredibilmente stupidi in alcuni aspetti dei nostri processi decisionali.

Questo è il colpo finale per catturare l’interesse dell’audience. Un’affermazione un po’ contro intuitiva dopo le precedenti frasi e nel contempo colpisce ognuno del pubblico.

Si tratta anche di un affondo diretto a loro che viene subito smussato con una simpatica affermazione.

Now I’m seeing lots of smirks out there. Don’t worry, I’m not going to call anyone in particular out on any aspects of your own mistakes.

Vedo già molte smorfie, tra il pubblico: non preoccupatevi, non chiederò conto a nessuno di voi di alcun vostro errore personale.

L’argomento centrale è dettagliato poco dopo, nota la chiarezza con cui è esposto. Parole semplici e frasi breve cosicché il pubblico possa concentrarsi sull’idea.

But it turns out, what social scientists are actually learning is that most of us, when put in certain contexts, will actually make very specific mistakes. The errors we make are actually predictable. We make them again and again. And they’re actually immune to lots of evidence. When we get negative feedback, we still, the next time we’re face with a certain context, tend to make the same errors.

Ma a quanto pare, gli scienziati sociali stanno scoprendo che la maggior parte di noi, messa nel contesto appropriato, commette errori molto specifici. I nostri errori sono prevedibili, li ripetiamo in continuazione, E resistono a molte prove contrarie. Anche dopo un feedback negativo, la prossima volta che ci troveremo in un certo contesto, tenderemo a rifare gli stessi errori.

Ciò avviene quasi alla fine del secondo minuto, come detto prima, in genere è meglio chiarire subito al pubblico di cosa parli, per aiutarli a seguirti. A voler essere precisi l’idea principale in questo caso è che le nostre decisioni sbagliate sono ereditate dai primati, in ogni caso l’argomento è sufficiente chiaro per consentire all’audience di mettere nel giusto contesto le informazioni che riceveranno.

Guardare i concetti

Per capire se i nostri errori decisionali sono insiti in noi, i ricercatori hanno fatto degli esperimenti su dei primati. Per mostrare i risultati Laurie potrebe percorrere diverse strade:

  • Enunciare la conclusione alla quale sono giunti osservando il loro comportamento
  • Mostrare una serie di dati raccolti durante gli esperimenti per spiegare quale risultato essi hanno fornito
  • Renderci partecipi degli esperimenti

Quest’ultima opzione è quella scelta ed è la più efficace perché coinvolge di più il pubblico. Dal quarto minuto circa Santos spiega gli esperimenti, come sono stati condotti e soprattutto mostra degli spezzoni video.

Il racconto degli esperimenti è piacevole con ogni tanto qualche battuta umoristica. Ciò non toglie che quando serve vi siano affermazioni precise che sottolineino il carattere scientifico dell’intervento.

So much so that, if you saw the monkeys’ numbers, you couldn’t tell whether they came from a monkey or a human in the same market.

Coincidevano a tal punto che i numeri delle scimmie erano indistinguibili dai dati umani, a parità di condizioni.

Cosa ne pensi dell’uso dei video? Quanto sono più efficaci rispetto a raccontare la stessa cosa? Come puoi replicarlo nelle tue presentazioni? Dove puoi sostituire un racconto parlato con un racconto visivo?

Coinvolgimento dell’audience

La partecipazione attiva si può stimolare anche mentalmente stimolando il loro ragionamento. È quello che avviene dal minuto 10:45.

So imagine that right now I handed each and every one of you a thousand U.S. dollars — so 10 crisp hundred dollar bills. Take these, put it in your wallet and spend a second thinking about what you’re going to do with it.

Immaginate che proprio ora dia a ciascuno di voi mille dollari americani — 10 bigliettoni da cento. Li prendete, li mettete nel vostro portafoglio e restate un secondo a pensare cosa farci. Sono vostri, ora. Potete comprarci quello che volete.

Questo passaggio porta diversi vantaggi. Innanzitutto porta un cambio di ritmo, i video ritorneranno dopo, in mezzo questo momento dove l’attenzione dallo schermo si porta sui presenti in sala (o su di noi se guardiamo la registrazione). Rinforza il collegamento logico dell’esperimento, tutte le prove sui primati sono fatte per verificare se replicano i comportamenti umani, alterniamo quindi primati (video) con homo sapiens (l’audience).

Più importante di tutti è che il pubblico diventa attivo e vive il messagio di Laurie Santos, provando le emozioni e probabilmente compiendo le stesse decisioni scorrette che sono alla base del TED talk.

Chiusura con un messaggio positivo da lasciare all’audience

Diverse grandi presentazioni hanno alla base un problema, o portano alla luce un problema di cui l’audience non si rende conto. Tutte o quasi tutte terminano però su una nota positiva, con la soluzione o con la direzione verso cui andare per oltrepassare l’ostacolo. La chiusura di questo intervento inizia proprio qui, ripartendo dall’apertura (se riesci a farlo contribuisce a dare un maggiore senso di logica e completezza del discorso).

The question is: is there any good news? I’m supposed to be up here telling you the good news. Well, the good news, I think, is what I started with at the beginning of the Talk, which is that humans are not only smart; we’re really inspirationally smart to the rest of the animals in the biological kingdom.

E le buone notizie che vi aspettavate? Beh, la buona notizia, trovo, è quella con cui ho iniziato questo talk: gli umani non sono solo intelligenti, la loro intelligenza è anche fonte d’ispirazione per il resto degli animali del regno biologico.

Ed ecco appunto il messaggio finale per il pubblico da portare a casa.

The hope is that you all will think about your limitations, not necessarily as unovercomable, but to recognize them, accept them and then use the world of design to actually figure them out. That might be the only way that we will really be able to achieve our own human potential and really be the noble species we hope to all be.

La speranza è che tutti voi pensiate ai vostri limiti, non necessariamente come insuperabili, ma che li riconosciate, li accettiate e poi usiate gli strumenti della mente per comprenderli a fondo. Potrebbe essere questo l’unico modo di riuscire a realizzare il nostro potenziale umano ed essere davvero la specie nobile che tutti noi speriamo di essere.

Hai visto come Laurie Santos è stata brava non solo a spiegare efficacemente teorie complesse, ma a farlo in maniera interessante mantenendo il loro interesse sempre vivo.