b2b online, funziona?
Tuttora in diversi pensano che molti aspetti del marketing on-line, o marketing 2.0, siano non idonei al commercio fra aziende (b2b online). Quindi google va bene solo per le ricerche, facebook per le foto del primo dentino e linkedin per cercare lavoro. Spesso è vero. In altre parole, l’online per il b2b va bene più o meno solo per le transazioni; l’accordo commerciale avviene diversamente e secondo percorsi tradizionali, anche di marketing.
Del resto è improbabile che Michele Ferrero abbia cercato in rete “nocciole” per ampliare il parco fornitori. Però non escluderei che ci possano essere delle opportunità in particolar modo in un contesto ancora poco sfruttato dagli altri. Ad esempio in passato non ho mai creduto di poter trovare potenziali clienti per i miei servizi di Public Speaking grazie alla pubblicità online. In passato provai una campagna basata sulle parole chiave, pronto a ricredermi. I primi risultati furono scoraggianti.
Oggi non è più così: diverse opportunità di lavoro del 2016 sono arrivate proprio grazie al mio marketing online, che può voler dire campagne ad-hoc, newsletter e soprattutto presenza attiva sui social network. Lo stesso è successo l’anno scorso.
Cosa può davvero funzionare? Non ho la sfera di cristallo e se non l’hai neanche tu puoi usare un campione di indagine statisticamente ridotto ma significativo. Tu stesso. Cosa “fai” online per la tua attività b2b? Ovvero cosa vuol dire per la tua attività b2b online? Per cosa usi i social network? E i motori di ricerca? Particolarmente se non sei agli estremi di utilizzo (troppo o troppo poco tecnologizzata/o) qualche spunto può venire.
La mia esperienza nell’uso del marketing digitale
Per me la chiave è stata visualizzare al meglio possibile quello che il mio perimetro di competenza e di azione. Sfruttare il marketing digitale per dare al mio pubblico valore sugli argomenti a me cari: parlare in pubblico, in video e social meda. Marketing di ciò che sento mio lavorativamente parlando (e non solo). L’ho ribattezzato marketing to own, anche perché mi piace l’acronimo M2O.
Il mio pubblico in questo caso è ampio. Si tratta dal mio network diretto (partner, clienti, amici, conoscenti, ex-colleghi, …ecc), al quale si aggiunge una platea di persone interessate ai temi trattati. Poi ci sono tutti coloro che “atterrano” sui miei contenuti, e si spera alcuni di essi diventino una delle categorie precedenti. Spesso persone che hanno trovato del valore e hanno poi portato la loro azienda a diventare mia cliente.
Sebbene non credo al b2b online come mera trasposizione del modello di commercio online con il consumatore, gli stessi strumenti sono altrettanto efficaci anche al di fuori del b2c. Per me M2O (o b2b online), vuol dire usare il mondo online per creare credibilità, relazioni e conversazioni, tra le persone. Se queste relazioni hanno un valore in ambito lavorativo inevitabilmente ci sarà una ricaduta diretta o indiretta.
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