CEO di Te Stesso SpA e anche brand manager!
Nei miei corsi cito spesso una frase di Tom Peters: «La comunicazione è tutto» (non me ne voglia Michele per i caporali). Quando spiego chi è Tom, dico che tutti dovrebbero leggere un suo articolo The Brand Called You.
Se non lo hai ancora fatto, venne pubblicato nel 1997, sappi che nel frattempo il mondo del lavoro è cambiato radicalmente. Anzi il mondo è cambiato. Non esistevano i social network, ad essere precisi non esisteva neanche Google (fondata l’anno successivo)! Vale ancora quello che dice Peters? Sì, e molto di più! Proprio LinkedIn, Facebook e gli altri strumenti moderni di comunicazione (compreso Telegram) amplificano i concetti presentati nell’articolo e, soprattutto, ci offrono una piattaforma straordinaria per promuovere e gestire il “brand che siamo noi”.
Prima però vale la pena riassumere i punti fondamentali esposti da Tom, affiancando alcune riflessioni attuali.
Il mondo del lavoro è cambiato.
Un dato di fatto è che il famoso posto fisso non esiste quasi più. Non si tratta solo dell’articolo 18 o del Jobs Act. La realtà è che le professioni cambiano più velocemente, le aziende ed i mercati. I cicli sono tutti molto più veloci e nessuno è più in grado di garantire oltre il breve-medio periodo l’esistenza di un prodotto, un’azienda o addirittura un intero mercato. Di conseguenza anche i posti di lavoro associati. È evidente che non è una fase passeggera, io, tu, ognuno di noi, non può pensare di demandare ad un’azienda, o a terzi, la responsabilità della propria carriera. Dobbiamo esserne noi gli artefici, mantenendo alta la nostra appetibilità sul mercato del lavoro. Ciò vuol dire sia acquisire le nuove capacità che possono essere utili, sia cercare opportunità nuove. Entrambe le attività sono destinate a darci risultati scarsi se gli altri non lo percepiscono, e la percezione è realtà. Qui entra in gioco il concetto di brand personale.
L’importanza del brand.
Quando entri in un negozio per comprare una mozzarella, una maglietta o un telefono hai un’ampia scelta. Cosa ti spinge verso un prodotto o un altro? Quanta importanza ha la marca? Cosa comunica? Quanto conta la tua esperienza passata con quel particolare marchio o il consiglio di una persona di cui ti fidi? Cosa indossi ora? Guarda le tue scarpe o il tuo orologio. C’è un logo?
Tu sei unico al mondo (ogni essere umano transitato su questo pianeta lo è o lo è stato)! È un enorme opportunità, che deve però essere correlata al mondo fuori. Nessuno cerca te: vogliono un buon avvocato, un venditore efficace, un esperto di digital marketing o un architetto con esperienza sugli edifici commerciali. Se ti auto limiti al tuo titolo di lavoro, di studio o qualunque altra etichetta generica non valorizzi chi davvero sei. Tom Peters ti suggerisce dunque di fare lo stesso esercizio richiesto ad un brand-manager. Chiediti chi sei e cosa ti rende unico? Ad esempio applicato a me stesso posso dire che «Aiuto gli altri a comunicare efficacemente. Capacità, passione, entusiasmo, esperienza, e disponibilità sono i miei caratteri contraddistintivi che trasferisco nel mio lavoro».
Promuovere il tuo brand.
Una volta che hai definito chiaramente il tuo brand devi comunicarlo agli altri, continuamente. Un po’ quello che si definisce brand awareness. Ecco che i social media giocano un ruolo importante, non solo loro però. Il dato di fatto è che oggi il numero di comunicazione fra le persone è aumentato drammaticamente rispetto a pochi anni fa. Pensa al numero di email che ricevi e spedisci, aggiungi le telefonate, gli SMS, Telegram e Whatsapp, Facebook, LinkedIn, i siti, le recensioni degli utenti, Youtube, le presentazioni, parlare in pubblico, videoconferenze, webinar e quanto altro. Ogni volta che entri in contatto con gli altri è un’occasione per rafforzare il tuo brand (o diluirlo se non lo fai o semplicemente lo ignori). Ciò è vero che sia uno a uno, come un messaggio diretto o uno a molti come un tuo blog. Lo stesso vale se la comunicazione avviene in contemporanea, come il telefono, o in differita, come un video registrato. Sono tutti piccole o grandi forme di contatto con gli altri che contribuiscono a formare l’opinione che le persone hanno di te.
Cosa fare?
Queste piattaforme e questo mondo interconnesso ti offrono un potenziale enorme come non c’era prima quando Peters ha scritto quel pezzo. Alcune leve, prima disponibili solo a chi aveva budget adeguati, sono ora alla tua portata. E di tutti, il che significa che aumentano le opportunità, ma anche la concorrenza!
In conclusione fare tesoro dei consigli di Tom, tutti dovrebbero farlo, non vuol dire crearsi un logo, uno slogan o necessariamente aprire un blog. Significa mettere a fuoco i principi alla base di un brand di successo (sia un prodotto, un servizio o una persona) e comportarsi e comunicare coerentemente con essi, sfruttando l’enorme impatto di una società ed un mondo del lavoro sempre più social, sempre più relazionale e globale.
Chi sei, cosa sai fare e cosa farai in futuro, dipende non solo dalle tue capacità e competenze, ma da come esse sono percepite, valutate e comprese dagli altri. Ciò dipende da come comunichi ed interagisci con loro, lo stai facendo nel modo giusto? Le tue email, le tue telefonate, le tue azioni contribuiscono a valorizzare il tuo brand o ottengono l’effetto opposto?
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