Sono venuto a conoscenza dell’uso di slide da parte di Renzi perché più di una persona mi ha chiesto cosa ne pensavo. Confesso che non ero così velocemente sul pezzo e quindi sono dovuto correre ad informarmi. Come sempre queste colonne sono dedicate al parlare in pubblico, le presentazioni, le “slide” e la comunicazione in generale. In quest’ottica ne parlo senza fare considerazione politica alcuna, che ovviamente ho ma non compete a questo spazio.

Se per caso come il sottoscritto non siete così aggiornati sull’argomento ieri (12 Marzo) in conferenza stampa sono state usate delle slide per presentare i provvedimenti del governo. Lo leggete qui ad esempio e questo è il documento la svolta buona.

Il fatto di usare un documento di questo tipo in tale contesto è decisamente insolito per il panorama italiano e oltre a far notizia ha anche causato commenti e qualche immancabile sfottò. La mia impressione è che la maggior parte siano critiche negative, o quanto meno sia sentita più la voce di chi non ha apprezzato.

Io sì. Il fatto che anche i politici utilizzino, inizino ad utilizzare, supporti visivi per comunicare meglio dei concetti è encomiabile. Un trend iniziato anche da Obama nel lontano gennaio 2011. Ben venga dunque la svolta buona di Renzi. Se usate correttamente, e non abusate, le slide potrebbero aiutare a comprendere alcune idee e avvicinare maggiormente il pubblico alle azioni della politica. Detto questo si tratta di capire se il documento presentato ieri va in questa direzione o meno.

Se fossimo a scuola è sicuramente una sufficienza, una buona partenza con alcune sottolineature per migliorare in futuro. Un 7- forse? Valutazione sempre in merito alla comunicazione e non ai contenuti.

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Cosa mi è piaciuto?

  • Il fatto di usare supporti visivi è di principio positivo
  • L’uso limitato del testo, in un contesto dove la verbosità è di casa
  • La buona leggibilità
  • Grafici semplici e comprensibili
  • Uso dei colori abbastanza razionale, ogni sezione ha il suo colore di riferimento: i compiti a casa in blu, la politica svolta in viola e così via

Cosa avrei fatto diversamente?

  • L’uso dei caratteri tipografici (dimensione, colore e formato) non sempre è consistente. Si fatica a distinguere le idee, dai provvedimenti proposti, dai benefici: sono tre concetti diversi e meriterebbero distinzione concettuale e grafica
  • Alcuni dati andrebbero circostanziati. Tagliare 100 auto blu: quante sono? Capisco che in realtà non sono molte (su oltre 6000 è una percentuale irrisoria) e quindi non conviene ma varrebbe la pena quantificarlo in risparmi o mostrare l’inizio di un percorso di riduzione dei costi.
  • Alcune affermazioni potrebbero non essere vere. In merito alla legge elettorale:: “Candidati legati al territorio”. Non entro nel merito politico della cosa perché non mi interessa e soprattutto non ne ho le competenze. Più volte però ho letto di critiche rivolte a questa riforma elettorale proprio perché non favorisce o crea un rapporto diretto fra elettori e candidato locale. Ad esempio qui, qui o qui. Dal punto di vista comunicativo questo è un rischio. Un adagio dice “Una sola bugia e sei un bugiardo”. Il rischio è quello di far perdere credibilità all’intero documento E nel caso di messaggi potenzialmente dubbi, sicuramente chi ha scritto il documento è al corrente delle obiezioni mosse, vale forse la pena mettere un richiamo a dati oggettivi che convalidino quanto si afferma.
  • La voce con cui parla il documento è sempre “noi”, inteso come il governo. Personalmente avrei cercato formulazioni che facessero sentire più coinvolta l’audience. Cioè il paese.

L’ultimo punto è anche il più importante per me. I supporti visivi, lo dice la parola, devono essere un supporto alla comunicazione, cioè affiancarla ed integrarla. Da un lato visualizzano dei messaggi per renderli più immediatamente comprensibili. Dall’altro possono fornire approfondimenti, integrando informazioni e dati che non troverebbero posto ad esempio nella comunicazione orale. Essere complementari. Una delle critiche mosse a questo nuovo esecutivo è quello di avere ottime idee e proposte ma peccare nello spiegare come siano concretamente realizzabili. Ecco i supporti visivi potrebbero essere il luogo dove mettere dati oggettivi a garanzia delle proposte (impropriamente definite slogan da qualcuno) fatte a voce. Purtroppo nel documento presentato ricorrono invece le stesse cose dette e quindi dal punto di vista comunicativo anziché integrare ed arricchire lo speech (se proprio vogliamo essere alla moda ed usare termini anglofoni a tutti i costi) lo riporta quasi pedissequamente in forma scritta. E questo è tutto sommato un’occasione perduta.

Mi auguro che in futuro Renzi, ed altri politici, proseguano su questa strada intrapresa e ne facciano un corretto uso senza cadere nell’abuso.