È appena passata la Pasqua e oltre al dolce della colomba non è male quello di una buona notizia sulla povertà nel mondo.
La illustra Bono al TED ed è interessante oltre che per il tema perché offre spunti a noi appassionati di presentazioni. Prima però lasciamo parlare Bono ed i fatti.
Come avrete notato sono anche disponibili i sottotitoli in italiano.
Il tema è estremamente importante e non tutte le fonti concordano con il leader degli U2 ma in questo frangente mi limito ad osservare alcuni aspetti comunicativi.
Una buona notizia per tutti noi: essere rockstar da ben oltre 30 anni, abituato a stare su un palco con centinaia di migliaia di persone non mitiga una certa tensione ed emozione quando si tratta di presentare. Più palpabile all’inizio e meno alla fine quando il nervosismo si trasforma in emozione positiva.
Nella migliore tradizione anglosassone l’umorismo viene utilizzato sin dall’inizio, scioglie il pubblico (e apre le orecchie) ed anche l’oratore.
Come dire, un inglese che chiede a un irlandese di essere stringato. Ho detto: “Chris, ci vorrebbe un miracolo.” Ha risposto: “Bono, non sarebbe un modo per sfogare il tuo complesso messianico?”Merita rilievo anche la rappresentazione dei dati. I grafici mostrati sono molto puliti, facilmente leggibili e realizzati per evidenziare chiaramente il concetto che vogliono trasmettere.
Mi chiedono spesso aiuto sulla rappresentazione dei dati, uno dei punti chiave è proprio questo, evitare che complessità e troppe informazioni offuschino il messaggio che i dati trasmettono. Non è certo l’errore commesso da Bono, vale la pena riguardarli e chiedersi se anche noi possiamo cercare di essere così chiari.
Termino sottolineando l’uso di alcune locuzioni particolarmente efficaci.
Entra il fattivista, l’attivista che si basa sui fatti.
Stiamo spingendo a favore di leggi che assicurino che almeno parte della ricchezza sotterranea finisca nelle mani della gente che ci vive sopra.
Vinceremo se lavoriamo insieme, perché il potere delle persone è molto più forte delle persone al potere.
…ma le sue parole me le sono tatuate nel cervello.
L’ultima più di tutti, perché è visiva, forte è stimola il cervello del ricevente. Lo stesso dovremmo fare per i nostri discorsi. Abbiamo la capacità di usare le parole, locuzioni, in modo da colpire entrambi gli emisferi celebrali della nostra platea: logico ed emotivo? Molto efficaci sono i contrasti, concettuali e non, e tutto ciò che è grafico e visualizzabile dalla nostra mente.
Come ho detto non entro nel merito della questione, posso solo augurarmi di cuore che Bono abbia ragione, mi alzo in piedi a battere le mani per l’ottima presentazione e anche con l’ottimismo di chi crede che la battaglia contro la povertà si deve vincere e si vincerà.
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