Forse avrete già letto la storia, ne hanno parlato in molti, ma se non fosse così ecco un super riassunto. In occasione della festa della donna Fiat pubblicizza (via facebook l’offerta ma di per se non strettamente sui social) una campagna per il gentil sesso: sensori di parcheggio gratis stampando un coupon e acquistando un auto. I testi hanno frasi più o meno allusive sulla scia di «Odi la retromarcia» «difficile parcheggiare». Onda di critiche sulla pagina facebook, la più comune: campagna sessista. Repentina marcia indietro della casa automobilistica ed in serata post, sempre su facebook, di scuse e spiegazioni («non era nostra intenzione alludere»), ritiro della campagna, altro seguito di commenti.

Insomma la 500 sembra essersi schiantata su un albero di Acacia Dealbata.

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Questo articolo non vuole entrare nel merito della campagna, giudicarla o dare consigli a chi si occupa della comunicazione in fiat o per conto di essa, il web è pieno di esperti che già lo fanno. Articoli ne trovate a iosa.

Non giudico neanche l’azienda o la sua comunicazione. Mi limito ad osservare una cosa. La velocità di reazione dovuta proprio all’aspetto social. L’offerta esce la mattina, nel giro di ore il mercato risponde, abbastanza a chiare lettere. A torto o ragione, con ironia o senza, poco importa. Nell’arco della stessa giornata la Fiat fa marcia indietro (con i sensori di parcheggio?). Tutto in un giorno!

Questa velocità fino a poco tempo fa era impensabile. Se facevi una campagna pubblicitaria non sapevi subito l’opinione del pubblico, oltretutto dalla loro viva voce. Il che vuol dire che devi prepararti ad ascoltarla. E devi essere in grado di reagire altrettanto velocemente. Entrambe le cose sono avvenute, ma fino a poco tempo fa non era così scontato (ahimè questi doppi sensi promozionali). E non sono sicuro che tutti noi siamo così pronti. Uno scenario in cui la campagna usciva, la gente rispondeva e nessuno agiva in giornata, salvo lo scaricabarile di responsabilità successivo, non è inverosimile.

Non è successo.

La prima lezione è che se sbagliamo (sempre che di sbaglio si tratti, ripeto mi astengo da ogni giudizio) dobbiamo essere preparati a sentircelo dire in faccia.

La seconda lezione è che non abbiamo giorni per decidere come reagire, come avveniva in passato. Il processo decisionale deve essere veloce, e chiaramente non impulsivo.

Per alcuni attori della comunicazione suona come un incubo, io penso che sia una grande opportunità ed anche una fortuna. 5 anni fa ti prendevano in giro uguale, solo che lo facevano al bar e quando te ne accorgevi era tardi. Oggi ti criticano più velocemente ed in numero maggiore, il bar è diventato una gigantesca piazza, ma puoi ascoltare e rispondere.