Il primo confronto televisivo fra il presidente uscente Barack Obama e lo sfidante Mitt Romney è avvenuto ed è subito tempo di bilanci. Che sono tutti a favore del repubblicano.
Le valutazioni
Pur non considerando i più radicali, e forse faziosi («Obama senza teleprompter non ha niente da dire») gli esperti concordano che Romney sia stato più brillante ed incisivo. I telespettatori la pensano allo stesso modo e danno la vittoria al 67% al candidato da Detroit.
Parlare in pubblico
Come sempre tralascio l’aspetto politico per concentrarmi solo sull’aspetto del parlare in pubblico. Come è possibile che l’ex senatore del Massachusetts abbia battuto il Presidente uscente che è considerato un abilissimo comunicatore?
Obama infatti si fece notare ad una convention democratica un anno prima delle primarie con un grande intervento. La sua capacità oratoria non lo abbandonò per tutto il percorso elettorale fino a culminare nel discorso appena eletto (ne parlai esaminando apertura, corpo e chiusura).
Condizione sine qua non
Da quello che ho visto mi è sembrato che Obama giocasse in difesa, seguendo una strategia invece della propria passione. Contrariamente a quanto alcuni pensano è difficile essere davvero efficaci nel parlare in pubblico se non si è se stessi e soprattutto se non si sprigiona passione ed entusiasmo. Il 44° Presidente ieri non lo ha fatto ed il risultato è stato lampante. Quando il cervello spegna la pancia, cioè si usa solo la logica e niente emozioni, la capacità di creare empatia con il pubblico tende a svanire. Eliminando poi la passione Obama ha in parte snaturato il suo modo di comunicare. Non è la prima volta che succede; ricordo Ronald Reagan nella campagna elettorale per la rielezione perse il contatto con gli elettori e sembrava dovesse prevalere Mondale. Roger Ailes grande esperto di comunicazione fu chiamato ad aiutarlo ed il consiglio principale che diede fu «Presidente dimentichi le strategie, si ricordi chi è e tiri fuori sé stesso». L’allora Presidente uscente vinse poi il dibattito televisivo finale e ottenne il secondo mandato.
Lo stesso vale per noi quando parliamo in pubblico o facciamo una presentazione. Non sopprimiamo il nostro entusiasmo per dare un’immagine professionale o seria nella speranza di ottenere rispetto o credibilità. In realtà perderemo solo il contatto con il pubblico. Cerchiamo dentro noi stessi le motivazioni che ci portarono a scegliere un lavoro, una soluzione, perorare una causa o un’idea, quale sia il contesto in cui stiamo parlando. Lasciamo che le stesse motivazioni e lo stesso entusiasmo siano a guidarci nel parlare in pubblico!
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