E’ difficile immaginare qualcuno meglio di YouTube per avere indicazioni sui video online. Ecco questo presentazione video di Kevin Allocca (trends manager) che ci illustra tre fattori chiave per rendere un video di massa.

Il primo è trovare i Tastemakers (una volta credo si chiamassero opinion leaders). Insomma dovete «colpire» chi ha la credibilità (ed il parco di lettori) in grado di darvi risonanza. Non necessariamente stiamo parlando di Aldo Grasso o Fabio Fazio. In funzione del pubblico che volete raggiungere cambia chi essi siano. Una penna finanziaria è sicuramente più indicata se il vostro mercato di riferimento è quello economico. O Garr Reynolds se come me vi occupate di parlare in pubblico. Se il vostro obiettivo è locale (geografico o di comunità) magari l’amico simpatico e di successo su Facebook può fare al caso vostro. Nella mia «comunità» (chiamatele «cerchie» se preferite) Edo ha un discreto numero di amici ma, soprattutto, genera spesso un elevato numero di commenti. Un suo «rilancio» ha un peso maggiore perché raggiunge un numero più elevato di persone. E questo peraltro introduce il prossimo fattore.

Il secondo punto è fare qualcosa che incoraggi la partecipazione di una comunità. Kevin mostra molti esempi di parodie o remix. In questo caso è più difficile capire come agire. Tutto è soggetto a remix, purché ne valga la pena, e le parodie in realtà funzionano dopo che il video originale è già diventato famoso. Credo che valga la pena considerare la partecipazione in termini di coinvolgimento della comunità. Chiedere, invece che asserire solamente, e se possibile incentivare le risposta. Anche e soprattutto in video.

Infine quale è il terzo punto citato? Nulla di nuovo per la comunicazione, ben conosciuto soprattutto da chi fa cabaret, niente di inaspettato insomma. Il fattore è «sorprendere»: fare qualcosa o mostrare qualcosa che stupisca il pubblico. Ci sono film interi costruiti su questo (basti pensare a Sesto Senso). Non è facile ma ricordiamo che a quasi nessuno interessa ciò che è scontato senza alcun «contrasto logico» che stimoli la nostra mente.

Perché considerare tutto ciò o voler rendere virale un nostro video? Perché vogliamo i famosi 15 minuti di celebrità di Andy Warhol? Forse. In realtà sono principi importanti di comunicazione che non dobbiamo scordare se vogliamo diffondere con successo la nostra idea. L’esempio finale della bicicletta (l’avete visto il video vero?) mostra come capitalizzando sui tre fattori, in particolare l’ultimo, si può portare all’attenzione di un vasto pubblico un argomento serio. «Falli ridere e ti ascolteranno».

Questo senza dimenticare che l’equazione

numero di visualizzazioni  =  qualità/importanza del messaggio

è completamente infondata e molto di ciò che ha successo è davvero di poco valore, al massimo vale la risata momentanea e spesso alle spalle di qualcuno. Insomma un motivo in più per cercare di portare in alto idee che meritano.