Presentare i dati può essere una sfida non facile per molti. Ancora di più quando si tratta di aggregati socio-economici dove per il pubblico può essere difficile visualizzarli.
Bisogna trovare il giusto bilanciamento. Troppo pochi possono minare la credibilità, specie su argomenti controversi. Troppi ed il rischio è confondere o addirittura annoiare il pubblico.
I numeri sono nulla. Non in matematica certo, ma spesso in comunicazione.
Un insieme di dati non ha valore intrinseco. Ciò che conta è il messaggio che racchiude. Un oratore efficace ha la capacità di trasmettere «quel messaggio» usando i dati a supporto, come base credibile ed oggettiva.
Un valido esempio è questa presentazione di Richard Wilkinson che vi consiglio di vedere perché particolarmente interessante, anche se purtroppo non ha i sottotitoli in italiano come molte altre del TED.
Il tema è come l’iniquità economica influisca sulla qualità della vita, la salute e perfino alcune fattori come la fiducia delle persone. E’ un argomento non facile, potenzialmente controverso e quindi impegnativo da trattare. Wilkinson riesce nel trasmettere il messaggio mantenendo contemporaneamente l’interesse del pubblico e la credibilità.
Per fare questo usa diversi dati ed è utile per noi notare alcuni aspetti.
Uno dei potenziali rischi di questo genere di presentazioni è che il pubblico pensi che siano argomenti soggettivi e non oggettivi. Alcune ricerche a volte sono di parte. In altri casi ve ne sono contemporaneamente di contrastanti e ancora alcune vengono clamorosamente smentite nel tempo (il cioccolato e le carie insegnano qualcosa?). Wilkinson lo sa ed è il primo a riconoscerlo, a far emergere questo potenziale scetticismo del pubblico: non lo ignora. Anzi si preoccupa di segnalarlo e validare la sua tesi spiegando chiaramente come siano state prese le precauzioni più rigorose per dare credibilità scientifica a quello che presenta.
Questo significa che deve portare tanti dati a supporto per dimostrare che non si tratta di casualità ma di un fenomeno consistente e reale sia attraverso le geografie sia per differenti indicatori. Il segreto è tenere un buon ritmo per non annoiare e limitarsi ad estrarre l’idea principale da ogni ricerca. Dire quello che è sufficiente senza perdersi in dettagli inutili al fine dell’esposizione.
Infine un accorgimento del regista che in alcuni casi ingrandisce un grafico, eliminando gli assi e le legende, per renderlo più leggibile. Non credo fosse un effetto inserito originariamente nella presentazione ma potrebbe essere uno spunto per i nostri grafici quando difficili da visualizzare. Prima mostrarli brevemente nella loro interezza e poi fare lo zoom sulla parte saliente.
Se ancora non avete guardato il video sopra vi consiglio di farlo ora.
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