Grazie ad una collana sui grandi discorsi del secolo passato ho avuto il piacere di leggere due discorsi di Nelson Mandela.

mandela

Oltre alla grande ispirazione morale sono anche fonte di insegnamento di oratoria. Si tratta di due discorsi molto diversi e distanti nel tempo.

Del secondo discorso, quello di insediamento spero di parlarne presto.

Oggi mi ispiro al primo, più lungo, quattro ore, al tempo del processo di Rivonia.

Dell’intera esposizione vorrei sottolineare due punti che la rendono particolarmente efficace. Lo stile asciutto e ficcante e la forte conclusione.

Partiamo dal primo, un esempio efficace è il seguente passaggio dove Mandela, accusato di essere comunista perché alleato con loro, spiega come il fatto di avere un obiettivo parziale comune possa far nascere alleanze senza che ci sia una totale comunione di idee. Qui un oratore poco efficace potrebbe indugiare in lunghi giri di parole, dissertazioni, altisonanti locuzioni verbali e altro ancora. A volte per sfoggio di cultura, o nella vana speranza che l’eloquenza sia di aiuto al sostentamento del concetto. Mandela usa giusto le parole che servono:

“Perhaps the most striking illustration is to be found in the co-operation between Great Britain, the United States of America, and the Soviet Union in the fight against Hitler. Nobody but Hitler would have dared to suggest that such co-operation turned Churchill or Roosevelt into communists or communist tools, or that Britain and America were working to bring about a communist world.”
“Forse il più eclatante esempio è quello della collaborazione fra la Gran Bretagna, gli USA e l’Unione Sovietica nella lotta contro Hitler. Nessuno, eccetto Hitler, avrebbe osato insinuare che tale collaborazione rendesse Churchill o Roosevelt dei comunisti o degli strumenti del comunismo, né che la Gran Bretagna e l’America si stessero adoperando per creare un mondo comunista.” 

Basta pensare ad alcuni dei nostri esponenti politici per immaginare come si poteva rendere prolissa e diluita la stessa esposizione.

Il secondo punto è la conclusione memorabile. L’inizio e la fine di una presentazione o di un discorso sono i passaggi più importanti. Una partenza sbagliata ed il rischio è di perdere il pubblico o la credibilità. Una chiusura debole e l’impatto emotivo dell’intero discorso, qualora ci fosse stato, viene affievolito.
Al contrario una chiusura straordinaria e passerà di bocca in bocca, oggi di sito in sito. Quella di Mandela dà il titolo al discorso ed è entrata nella storia.

“During my lifetime I have dedicated myself to this struggle of the African people. I have fought against white domination, and I have fought against black domination. I have cherished the ideal of a democratic and free society in which all persons live together in harmony and with equal opportunities. It is an ideal which I hope to live for and to achieve. But if needs be, it is an ideal for which I am prepared to die.”
“Nel corso della mia vita mi sono dedicato a questa lotta del popolo africano. Ho combattuto contro il dominio bianco e contro il dominio nero. Ho coltivato l’ideale di una società democratica e libera in cui tutte le persone vivono insieme in armonia e con pari opportunità. E’ un ideale per il quale spero di vivere e che mi auguro di raggiungere. Ma, se sarà necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire.”