Ieri a Gloucester ho iniziato una presentazione diversamente dal solito.
Ho esordito rivolgendo una domanda alla mia audience ed ascoltando per pochi minuti le loro risposte. Quindi ho iniziato la mia presentazione, di un paio di ore, tarandola sulle loro aspettative.

Una serie di fattori ha reso l’operazione possibile:

  • Un audience limitata in numero,
  • Alcuni partecipanti mi conoscevano almeno telefonicamente superando quindi l’ostacolo dell’impatto a freddo,
  • Avevo “preparato” i partecipanti sull’argomento della presentazione una settimana prima e
  • La presentazione era sufficientemente lunga da permettere di personalizzarla e non dover seguire necessariamente un rigido filo conduttore.

I benefici nell’adottare un tale approccio sono diversi ma sicuramente vale la pena rimarcarne alcuni:

  • L’audience inizia in un ruolo attivo e non passivo e quindi è più coinvolta,
  • Lasciando a loro l’apertura l’interattività inizia da subito e c’è maggiore partecipazione durante la presentazione stessa,
  • Partendo da quello che a loro interessa il pubblico percepisce più valore per loro nella presentazione stessa,
  • Ed ovviamente rimarcando a priori le aspettative la presentazione diventa più pertinente, che poi è di fatto l’aspetto pratico del punto precedente.

Non sempre è possibile farlo, ma è sicuramente un’opzione da prendere in considerazione.